La cava di Perni

1 Luglio 2016

Totalmente differente è il paesaggio e il contesto ambientale in cui si trova questa cava: siamo nel comune di Adrano sulle pendici dell’Etna, all’interno dell’omonimo parco, ed il materiale che la famiglia Perni si trova a lavorare da più di quarant’anni è il basalto, ovvero un roccia di origine vulcanica, magmatico effusiva, nera e particolarmente dura.

È Alessandro Canciullo – nipote di Luigi Perni, il fondatore – ad illustrarci la coltivazione che viene eseguita nonché a condurci a ridosso del martello che lavora. “Per qualche tempo utilizzammo l’esplosivo, ma poi per gli eccessivi costi e la difficoltà ad ottenere le relative licenze, ci siamo affidati per l’abbattimento primario ai martelli, non prima di aver levato il materiale di risulta posizionato al di sopra del basalto – a sua volta utilizzato come stabilizzato o sottofondo stradale”.

“Il martello – continua Canciullo – con la sua punta a scalpello provvede dunque all’abbattimento primario (250 m3 al giorno); successivamente, dopo aver cambiato la punta al martello con una punta a mazza, si provvede alla riduzione della pezzatura. “Prima avevamo solo martelli stranieri – conclude Canciullo – poi qualche anno fa, in occasione della Fiera di Bologna, conoscemmo il signor Raco e di conseguenza l’Indeco: da allora abbiamo acquistato un UP 3500 e ora, ad ottobre 2006, un HP 3500. Si tratta indubbiamente di ottimi martelli, con un eccellente rapporto qualità-prezzo e un servizio assistenza efficace e tempestivo, anche se noi non abbiamo mai dovuto affrontare particolari interventi”.