Sgc E 78 – La Galleria Greppoli
Un martello HP 7000 e un HP 5000 sono stati impiegati per lo scavo di una galleria di piccole dimensioni dove l’esplosivo non avrebbe potuto essere impiegato in quanto l’opera si trovava adiacente a una viabilità in esercizio.
Nel marzo 2014 si sono conclusi i lavori di scavo della galleria “Greppoli” che si trova tra Grosseto e Siena, nel tratto che interessa il Comune di Civitella Paganico sulla SGC E 78, detta anche “autostrada dei due mari”, in quanto collegherà la costa tirrenica con quella adriatica.
L’arteria è un’autostrada di categoria A che una volta completata, in parte potenziando un tracciato esistente e in parte realizzandone un nuovo, connetterà, con orientamento sud-ovest/nord-est, Grosseto a Fano. La galleria “Greppoli”, lunga 100 metri, è una delle tante opere previste nel macrolotto Civitella Paganico (GR) – Monticiano (SI). Considerato il profilo geomeccanico, la contenuta lunghezza dell’opera e il fatto che in quel particolare tratto la viabilità esistente oggetto di potenziamento correva pressoché parallela alla nuova galleria, si è scartato l’impiego dell’esplosivo, optando per lo scavo con il martello idraulico. L’opera è infatti stata realizzata con martelli Indeco HP 7000 e (in alcuni brevi tratti anche con un HP 5000) utilizzati dall’impresa Strabag, che ha operato nell’ambito del consorzio Nuova F.A.R.M.A. Scarl, cui sono affidati i lavori del nuovo macrolotto. Fra questi è inclusa anche un’altra galleria (Casal di Pari) di maggiori dimensioni, sempre scavata con martelli Indeco, e ancora in fase di realizzazione.
Il profilo geomeccanico
Dai dati ottenuti dalle varie campagne geognostiche risultava che l’ammasso attraversato dalla galleria era caratterizzato in massima parte da calcare cavernoso con caratteristiche meccaniche medioscadenti riconducibili alle classi RMR III-IV, con fronte stabile a breve termine e cavo stabile. Durante le fasi di scavo si è tuttavia evidenziato un andamento eterogeneo della roccia dall’imbocco sud, da cui è stato aperto il fronte di scavo; questo si è infatti presentato con calcare e calcare dolomitico microcristallino compatto, omogeneo, resistente all’azione di scavo. La resistenza a compressione, valutata mediante prove con sclerometro (martello di Schmidt tipo L), è in quel tratto risultata variabile tra JCS=39÷44 MPa. Avanzando con lo scavo dall’imbocco, posto a sud, verso nord l’ammasso ha subito però un progressivo deterioramento dello stato di qualità ed ha prevalentemente mostrato la presenza di porzioni più alterate della formazione, costituite da roccia calcarea a struttura brecciata con clasti dolomitici a granulometria variabile generalmente grossolana a cemento calcareo, da alterata a molto alterata, poco fratturata, mediamente resistente all’azione di scavo. La resistenza a compressione di questo tratto, valutata mediante prove con sclerometro (martello di Schmidt tipo L), è invece risultata variabile tra JCS=28÷33 MPa. La discontinuità e la marcata fratturazione dell’ammasso hanno indotto i progettisti a prevedere il consolidamento del fronte stabile a breve termine con tubi in vetroresina iniettati e infilaggi suborizzontali (sistema Adeco RS).L’opera di consolidamento del fronte ha avuto un rilievo sulla tempistica dei lavori, ma si è reso necessario per garantire la sua stabilità a medio termine, che risultava appunto compromessa dalle caratteristiche dell’ammasso.
Lo scavo
Come già sottolineato, la galleria misurava poco più di 100 metri e, a seconda della sezione, aveva un fronte di scavo con una superficie che variava da 136 a 143 metri quadrati (carreggiata a due corsie più emergenza). Inizialmente, a causa della durezza e compattezza della roccia caratterizzata da calcare e calcare dolomitico microcristallino compatto, lo scavo ha portato a produzioni relativamente basse e a un’usura delle punte superiore alla media. Con l’adozione però di punte tipo “cobra” a doppio scalpello e, successivamente, al raggiungimento del materiale più fratturato, la produzione si è stabilizzata su una media di scavo di circa 14 metri cubi/ora, corrispondente a una media di avanzamento di due metri lineari/giorno, considerati anche i tempi necessari per il prespritz e per il rivestimento di prima fase (spritz, assemblaggio e posa della centina). Sempre con il martello è stato inoltre realizzato l’arco rovescio; i lavori, incominciati agli inizi di novembre 2013, si sono conclusi nei primi giorni di marzo 2014.