La cava di Bordonaro
È situata all’interno del comune di Palermo, a ridosso della contrada Borsellino; qui avviene la produzione di inerti per calcestruzzo, asfalti e conglomerati.
È Salvatore Schiera, responsabile tecnico della cava nonché “fuochino” di grande esperienza, a raccontarci che “qui da noi la coltivazione è a gradoni: l’abbattimento primario avviene con esplosivo, mentre al martello viene affidata l’abbattimento secondario, ovvero la riduzione della pezzatura del materiale prima del suo avvio in frantoio”.
La cava – di proprietà della famiglia Bordonaro a partire dai primi anni ’60 – ha in dotazione vari mezzi: due pale gommate, due escavatori cingolati, due dumper, cinque camion cava-cantiere, oltre naturalmente a vari martelli dell’Indeco. Pietro Bordonaro, amministratore unico nonché “padrone di casa”, ci riferisce invece che “Per le caratteristiche dell’escavatore e per il tipo di materiale con cui “lottiamo” quotidianamente in questo fronte di cava – una dolomia, un carbonato di calcio e magnesio parecchio duro, ma per nulla abrasivo – la nostra scelta è ricaduta sul HP 4000“.
“È il quinto martello della Indeco che abbiamo acquistato negli ultimi sei anni. – continua Bordonaro – Il nostro rapporto ebbe inizio su consiglio di un amico cavatore, che mi convinse a portare il suo martello qua presso di noi e a provarlo seriamente: ne fummo subito conquistati per l’ottima resistenza e l’eccezionale produttività su questa roccia…se poi ci aggiungiamo il nostro spiccato spirito di italianità e l’ottimo rapporto che è nato con Francesco Raco (area manager Indeco per la Sicilia), si comprende perché abbiamo deciso di dotarci sempre di questi martelli”.
“Proprio per la fiducia che riponiamo in questa azienda, – conclude Bordonaro – stiamo trattando la possibilità di stipulare un contratto di manutenzione programmata, sulla falsariga di quello fatto con la Maia per le nostre macchine movimento terra. Tale contratto ci dovrebbe permettere di usufruire della manutenzione programmata di un tecnico Indeco ogni 500 ore nonché di una completa revisione ogni 1000, il ché ci dovrebbe mettere al riparo da inconvenienti sul campo e fastidiosi fermi macchina”.