Indeco per la grande trincea
L’interramento del tratto della linea Bari-Barletta, che attraversa il centro della città di Andria, implica la realizzazione di una trincea di quasi tre chilometri. Lo scavo di oltre 250.000 metri cubi è interamente realizzato con martelli demolitori Indeco.
L’interramento del tracciato ferroviario che attraversa la città di Andria è un tassello importante per il rinnovamento del trasporto ferroviario della parte settentrionale della Puglia. L’intervento, voluto da Ferrotramviaria S.p.A. – società che gestisce gli oltre settanta chilometri della linea delle Ferrovie del Nord Barese – si innesta nel più vasto progetto di potenziamento e miglioramento dei collegamenti su rotaia della cosiddetta Area Vasta della provincia di Barletta, Andria, Trani (BAT), che ha un bacino di utenza di circa 700.000 abitanti. Una volta terminata, l’opera è destinata ad avere un impatto positivo sulla mobilità della provincia perché renderà più conveniente e rapido l’utilizzo del sistema di trasporto pubblico. L’adeguamento infrastrutturale è però destinato ad avere ricadute anche sull’assetto urbano della città di Andria, che si vedrà restituire molte aree prima occupate dalla linea e dalle sue strutture, rendendole quindi disponibili per una molteplicità di nuove funzioni (verde attrezzato, piste ciclabili, nuovi spazi pubblici ecc.). Il progetto prevede la realizzazione di una trincea sotto il sedime storico della linea a binario unico dalla progressiva km 56+255,58 alla progressiva km 59+188,39, per uno sviluppo complessivo di 2.932,81 metri. L’intervento implica inoltre la costruzione di sezioni scatolari per la sostituzione degli attuali passaggi a livello, la costruzione di vasche per la raccolta delle acque meteoriche, la realizzazione di una nuova fermata ferroviaria (che sarà chiamata Andria Nord) e la riqualificazione della stazione ferroviaria Andria Centrale, che è invece già esistente. Nel maggio del 2018 Ferrotramviaria S.p.A. ha assegnato l’opera al Consorzio Integra, vincitore della gara per l’appalto integrato comprendente progetto esecutivo e realizzazione dei lavori. Integra – importante realtà cooperativa che raccoglie in sé imprese di costruzioni, ingegneria e servizi – ha conferito alla propria associata CMB l’incarico di realizzare l’opera.
Lo scavo in rocce dure e poco fratturate
Il contesto geologico in cui si trova la città di Andria è caratterizzato dalla presenza di dolomie grigie scure e da calcari dolomitici grigi, ai quali si intercalano, più o meno frequentemente, calcari bianchi micritici o bioclasti a grana fine. Le dolomie grigie scure e i calcari grigi si presentano in strati o in banchi, ripetutamente laminati, con diffuse cariature da dissoluzione. Le formazioni rocciose sono spesso separate dalle cosiddette terre rosse, cioè terreni residuali a granulometria prevalentemente siltosa, a volte accompagnata dalla presenza di ghiaie calcaree. Il progetto ha definito che la trincea raggiunga profondità comprese tra i -5 e -11 metri dal piano campagna, ma in corrispondenza delle vasche per la raccolta delle acque meteoriche la quota si spinge fino ad oltre -16 metri. Il fondo scavo deve essere quindi raggiunto attraversando strati rocciosi contraddistinti da una notevole durezza e, in generale, da una compattezza dovuta a un livello medio di fratturazione abbastanza basso (valore RQD mediamente compreso fra il 50% e 75%). Le dolomie grigie in alcuni punti si presentano in forma di trovanti di grandi dimensioni, molto compatti e duri, che possono raggiungere, e superare, valori di resistenza a compressione di 150 MPa. È dunque evidente che, in un quadro geologico di questo tipo, la tecnica di scavo dei quasi tre chilometri di trincea rappresenti un aspetto di fondamentale importanza per la realizzazione di un’opera, che deve essere completata in 560 giorni. Visto il profilo geologico del sito, i progettisti hanno previsto che prima dell’inizio dello scavo fosse realizzato un sistema di consolidamento. La presenza di diverse viabilità e, in alcuni punti, la vicinanza del tracciato a fabbricati di vario tipo hanno infatti reso necessario un adeguato contrasto a eventuali spinte sulle pareti della trincea. Il sistema adottato consiste nella realizzazione di micropali di diametro di 190 mm o 220 mm armati con profilati HEB e, in alcuni punti, con una fila di chiodature passive. Nella sequenza delle lavorazioni lo scavo avviene successivamente (e all’intradosso) del consolidamento, che viene poi progressivamente ricoperto con calcestruzzo proiettato fibro-rinforzato; una volta creata la sezione di progetto, la trincea verrà quindi completata con il getto del rivestimento definitivo. Scartato a priori l’utilizzo dell’esplosivo – perché il contesto urbano in cui i lavori hanno luogo non lo permetteva – CMB aveva inizialmente considerato l’impiego di frese sia a rullo che ad attacco puntuale. In via teorica queste attrezzature presentavano il doppio vantaggio di produrre un contenuto livello di vibrazioni e di garantire una produzione di materiale di pezzatura tale da non necessitare la frantumazione secondaria per il carico e il trasporto. Vista però la presenza diffusa di terre rosse e la non omogenea stratificazione delle rocce di sedime, la direzione tecnica del cantiere ha scartato anche questa seconda ipotesi. I denti avrebbero infatti perso la capacità di rottura meccanica su quel materiale, che si sarebbe inevitabilmente “impastato” sul tamburo della fresa, facendo così perdere efficacia al sistema di scavo e abbassando quindi la produttività. La scelta è dunque ricaduta sull’utilizzo di martelli idraulici che, se di adeguata potenza e in numero sufficiente alle esigenze del cantiere, avrebbero permesso produzioni consone al cronoprogramma dei lavori.
Un intervento da professionisti
Le dimensioni dello scavo – che implica l’asportazione di oltre 250.000 metri cubi di materiale – e la durezza delle rocce, necessitavano che fosse individuato un subappaltatore che disponesse di un’esperienza e di mezzi che gli consentissero di gestire in modo adeguato i lavori e i relativi aspetti logistici. Dopo un’attenta selezione, CMB ha scelto l’impresa Multiscavi srl di Andria che, grazie a un parco macchine di oltre cento mezzi e soprattutto per via della solida esperienza nel settore degli scavi, reinterri e demolizioni, offriva le migliori garanzie per portare a termine l’intervento e per organizzare il caricamento e il conferimento in discarica dell’enorme quantità di materiale. I tempi previsti per il completamento dei lavori, di cui lo scavo evidentemente rappresenta una fase importante, non permettevano ritardi che potessero compromettere l’inizio delle altre lavorazioni e quindi la consegna dell’opera stessa. Come ci ha riferito Sebastiano Liso che, insieme al fratello Vincenzo, gestisce l’impresa: «Uno scavo di quelle proporzioni, e i tempi in cui deve essere realizzato, richiedono una valutazione molto precisa da un punto di vista tecnico ed economico. Questo vale anche per un’ impresa come la nostra, che ha una notevole esperienza nel settore e dispone di un parco macchine adeguato per dimensioni e livello tecnologico. Il cantiere presenta infatti alcune criticità: prima fra tutte la durezza della roccia, che però non è il solo aspetto che abbiamo valutato con attenzione. Anche l’organizzazione e la logistica hanno un notevole rilievo in questo intervento. Bisogna infatti considerare che si opera in una trincea che si allarga a 19 metri solo in corrispondenza della stazione di Andria Centrale, ma che per la maggior parte della tratta misura una larghezza 7,5 metri. È dunque necessario valutare bene il posizionamento dei mezzi e la viabilità all’interno del cantiere, così da evitare rallentamenti e non compromettere la sicurezza. Lo scavo è inoltre condizionato dalla conclusione dei consolidamenti che lo precedono e richiede quindi una buona dose di flessibilità nella programmazione settimanale del lavoro».
Indeco per l’affidabilità e la produttività
Le rocce che si trovano lungo il tracciato sono connotate da resistenze caratteristiche comprese fra i 35 e i 150 MPa e rappresentano un vero test per le capacità dei martelli. Le dimensioni dello scavo e il protrarsi del lavoro per mesi non fa che aumentare la gravosità dell’impiego dell’attrezzatura. Per continuità temporale l’applicazione è infatti più assimilabile ad un ciclo tipico delle coltivazioni delle cave, che non a quello degli interventi infrastrutturali. Produttività e affidabilità diventano dunque un elemento fondamentale in una situazione che, a differenza del ciclo in cava, richiede anche il rispetto di un cronoprogramma ben definito, da cui peraltro dipende l’andamento di tutto il cantiere. Così ha commentato Sebastiano Liso: «Utilizziamo martelli Indeco da diversi anni e, dopo aver provato attrezzature di altri produttori, oggi nel nostro parco mezzi disponiamo di un HP 7000, due HP 5000, un HP 3500 e un HP 3000. Nel cantiere di Andria impieghiamo un HP 7000 accoppiato a un escavatore CAT 340 e due HP 5000 accoppiati con escavatori CAT 330. Questa particolare applicazione si è subito profilata come una sfida per l’affidabilità di macchine e attrezzature; i martelli, in particolare, sono sempre sollecitati. La roccia è dura lungo tutto il tracciato, ma la vera difficoltà è rappresentata dalla dolomia, che qui colloquialmente chiamiamo pietra nera. In alcuni punti incontriamo enormi trovanti compatti che mettono davvero a dura prova i martelli. Ma in questo sta proprio la vera differenza fra Indeco e gli altri demolitori idraulici; se ben accoppiate e utilizzate da operatori esperti come i nostri, queste attrezzature danno ottimi risultati, nonostante l’oggettiva gravosità dell’applicazione. Tutti i componenti del martello sono comunque sollecitati, specie se si considera che le attrezzature impiegate hanno cumulativamente già centinaia di ore di scavo e dovranno operare per diversi mesi prima di concludere l’intervento. In sostanza l’affidabilità è un fattore ancora più decisivo in questo cantiere; se inferiore alle necessità produttive, potrebbe anche trasformare il nostro margine in una perdita. Indeco da questo punto di vista è davvero una polizza assicurativa». Le produzioni richieste nel cantiere di Andria sono inoltre garantite dalle soluzioni adottate da Indeco su tutti i martelli della propria gamma. L’HP 7000 e i due HP 5000 utilizzati per lo scavo della trincea sono infatti dotati di uno speciale sistema idraulico in grado di variare automaticamente energia e frequenza dei colpi in funzione della durezza della roccia. La potenza idraulica erogata dall’escavatore è così ottimizzata a tutto vantaggio della produttività e di un rendimento generale che risulta nettamente più elevato. Il duplice sistema di ammortizzazione consente invece di minimizzare le sollecitazioni sul braccio, così meno soggetto al minor numero di vibrazioni possibili; un vantaggio ottenuto anche grazie all’ottimale rapporto peso/potenza.