I lavori di scavo di gallerie sono opere intrinsecamente complesse e le variabili da considerare sono molteplici. La risposta sta proprio nella versatilità del martello demolitore. Sono molti infatti i contesti nei quali le tecnologie di scavo meccanizzato a sezione piena (TBM - Tunnel Boring Machine), oggi particolarmente conosciute e diffuse, non possono essere impiegate per svariati motivi: dimensioni e posizione della galleria, raggi di curvatura, difficoltà logistiche, scarsa fessibilitò di utilizzo che comporterebbero costi o rischi eccessivi.
La scelta del metodo di scavo é basata su considerazioni di tipo geologico (RMR, RQD, GSI, ecc.) sulle reali difficoltà dell'avanzamento (ciclo scavo - smarino - consolidamento) e sulle valutazioni di natura logistica ed economica, relative al numero degli addetti, delle macchine e delle attrezzature, all'accessibilità del cantiere, ai vincoli di carattere ambientale, ecc. Per effettuare una prima analisi di massima del metodo di scavo utilizzabile, FocusOn propone un metodo di valutazione a matrice di criteri che considera molti fattori che concorrono alla scelta del mezzo di scavo.
La prima pubblicazione sul tunnelling, realizzata con la collaborazione con Politecnico di Bari, tratta i metodi di applicazione del demolitore idraulico nello scavo delle gallerie; un impiego del martello particolarmente severo.
"L'idea di offrire al mercato le conoscenze e le esperienze accumulate in 40 anni di attività nel tunnelling si é fatta strada all'inizio del 2013" riferisce Michele Vitulano, Marketing Manager Indeco. "Riteniamo che l'esperienza acquisita in Italia al fianco di tante imprese di scavo potesse costituire un serbatoio di conoscenza anche per gli utilizzatori stranieri, vista la situazione geologica del nostro paese, che obbliga a scegliere una tecnologia flessibile come quella dei martelli idraulici".
"L'Italia ha un contesto geologico estremamente vario" dice il Professor Alessandro Reina che ha curato una parte della guida, "Il nostro Paese ha infatti una geologia complessa e la scelta corretta della tecnologia per lo scavo di gallerie naturali " di fondamentale importanza per tenere in equilibrio costi e benefici. Utilizzando il metodo AHP (Analytic Hierarchy Process), con il gruppo di ricerca abbiamo individuato un possibile sistema che considera più fattori per giungere a un criterio di scelta"
L'Ingegner Mauro Amato di Indeco aggiunge: "Il metodo AHP é in sostanza uno strumento semplice (anche se non esaustivo) rispetto alla complessità del problema e potrebbe consentire al progettista un primo criterio di valutazione della migliore scelta del metodo di scavo; a questo ovviamente se ne aggiungono altri che inevitabilmente concorrono alla realizzazione di opere intrinsecamente complesse, quali appunto le gallerie".
"Ma la risposta Indeco a queste situazioni sta proprio nella versatilità del martello demolitore" afferma l'ingegnere Alessandro Ciccolella di Indeco. "Sebbene la fresa a tutta sezione (o TBM) sia oggi considerata uno dei metodi di scavo più efficienti e maggiormente conosciuti, esistono svariate condizioni progettuali (dimensionamento e posizione della galleria, raggi di curvatura, difficoltà logistiche, ecc.) in cui il suo impiego é poco efficiente e non consigliato, per via della sua scarsa flessibilità, dei
costi o degli eccessivi rischi che comporterebbe.
Il martello idraulico risulta essere una macchina versatile, economica ed efficiente che rappresenta indubbiamente un metodo complementare, principalmente all'esplosivo, ideale per lo scavo di gallerie caratterizzate da profili geologici e da geometrie tali da rendere rischiosi, difficili o diseconomici altri metodi di scavo".
L'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria si estende per 442,9 chilometri. L'infrastruttura é stata costruita tra il 1966 e il 1974, in un territorio fra i più difficili al mondo per il passaggio di un'arteria di quel genere, a causa della sua orografia, geologia e, in certi tratti, anche per i livelli di sismicità.
Dal 2001 l'A3 é oggetto di un vero e proprio rifacimento secondo un progetto che ha previsto in parte l'inglobamento e potenziamento del vecchio tracciato e in parte la definizione di uno nuovo e parallelo.
Ad oggi sono stati completati con successo 339 chilometri di strada, mentre i rimanenti 68,5 chilometri sono in via di costruzione.
Per lo scavo sono stati utilizzati l'esplosivo e il martello, sia per le caratteristiche e la disomogeneità del profilo geologico, sia perché in direzione sud entrambe le canne sarebbero sboccate direttamente su un viadotto in fase di costruzione; una condizione giù di per sé sufficiente per rendere comunque impossibile l'impiego della TBM.
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